MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO

Storie di uomini e macchine

Dionigi Scano durante l’incarico di Soprintendente, 1901-1921

La formazione dell’Archivio fotografico di Cagliari

Massimo Casagrande

La comparsa delle prime macchine fotografiche nelle Soprintendenze italiane si è verificata dopo che una serie di successivi perfezionamenti, avvenuti nella seconda metà del XIX secolo, hanno permesso un utilizzo più agevole delle nuove apparecchiature e, soprattutto, un costo più contenuto sia delle macchine che delle lastre (1871).
Tra i primi uffici periferici della Direzione Generale Antichità e Belle Arti a dotarsi di un proprio apparecchio fotografico fu proprio la Soprintendenza di Cagliari, per merito dell’allora Soprintendente Filippo Vivanet, eclettico ingegnere appassionato di archeologia, che acquistò la prima apparecchiatura fotografica nel 1892.
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Potete leggere il testo integrale del saggio nel catalogo edito da Gangemi editore
Fotocamera della ditta Oscar Pettazzi di Milano, 1892

Storia degli apparecchi fotografici della Soprintendenza

Ciro Murgia

La collezione di attrezzature, strumento di lavoro dei fotografi della Soprintendenza, che hanno documentato l’attività istituzionale dell’Ufficio, ripercorre la storia dell’industria fotografica dalla seconda metà dell’Ottocento a oggi.
In questo percorso ci aiutano due dati: i numeri seriali, incisi sugli obiettivi, sugli accessori e sulle fotocamere, ci permettono di risalire all’anno di produzione; i registri di carico dei materiali nell’inventario delle attrezzature dell’Ufficio ci dicono quando sono stati acquistati.
Il 17 dicembre 1892 viene registrato l’ingresso, con il numero d’inventario 34, di una macchina fotografica della ditta Oscar Pettazzi di Milano, sita in via Montenapoleone, per lire 405,50, ma è solo uno degli antichi e preziosi apparecchi fotografici che ancora conserviamo.
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Potete leggere il testo integrale del saggio nel catalogo edito da Gangemi editore
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