MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO
Antica Darsena, magazzini, inizio Novecento

L’arrivo della modernità e il lento rinnovamento del fronte mare della città

Monica Stochino

Il complicato organismo portuario di Cagliari è stato, in ogni epoca storica, il crocevia della modernizzazione della città, delle sue vicende economiche, produttive, sociali e urbanistiche.
Il quartiere della Marina, l’appendice funzionale ed economica del Castello fin dalla sua fondazione, ne rappresenta l’immediato retroterra e l’indispensabile articolazione insediativa.
Come in gran parte dei centri marittimi e commerciali del Mediterraneo le strade della Marina, di tracciato regolare, scendevano verso il porto, intersecate da vie parallele; di fronte alle mura e alle fortificazioni portuali vi era un ampio spazio pubblico, la piazza del porto, plaza de Lapola, luogo di relazioni economiche e sociali, cuore pulsante del quartiere portuale. E il porto e l’immediato ambito urbano sono il fulcro della città borghese formatasi tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento su impulso della nuova temperie economica e culturale.
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Potete leggere il testo integrale del saggio nel catalogo edito da Gangemi editore
Torre dell’Elefante durante i lavori, 1906-1908

“Aperture” nella città murata: torri, porte e bastioni di Cagliari

Antonella Sanna

Le trasformazioni della rocca naturale di Castello, a partire dalle prime sistemazioni dell’area risalenti all’epoca punica e poi attraverso i secoli successivi con l’insediamento pisano, aragonese e infine sabaudo, hanno inciso sul nucleo antico della città con la progressiva stratificazione di un palinsesto complesso e interrelato, sul quale i grandi fatti storici si avvicendano ai più minuti accadimenti.
La logica dell’intervento di inizio Novecento sulla Torre di San Pancrazio e sulla Torre dell’Elefante, coerente con la cultura dell’epoca seppure oggi difficilmente replicabile, era di restituire l’antico splendore posseduto dai monumenti all’epoca pisana, attraverso la demolizione dei fabbricati nel frattempo aderiti ai loro piedi – e in ciò consistette la liberazione delle torri – e nell’eliminazione del tamponamento a tutta altezza e delle suddivisioni interne derivanti dall’uso carcerario, con relativo restauro delle mura e degli impalcati lignei.
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Potete leggere il testo integrale del saggio nel catalogo edito da Gangemi editore
Corso Vittorio Emanuele, post 1913

La vita a Cagliari

Luisa Degioannis

Alla fine del XIX secolo Cagliari è protagonista di profondi cambiamenti nell’assetto urbano che rispecchiano nuove esigenze sociali.
All’epoca è una città in crescita che gode di un certo benessere grazie all’industria e al commercio e ha bisogno di spazi per costruire abitazioni, negozi, un nuovo municipio e servizi adeguati.
La borghesia emergente, costituita soprattutto da imprenditori, sta soppiantando la vecchia aristocrazia arroccata nel quartiere di Castello e promuove l’espansione della città, ancora chiusa da una cinta muraria intatta, fuori dai suoi confini storici. Nelle immagini del nostro Archivio fotografico le persone non sono mai il soggetto principale, eppure i personaggi che sembrano emergere dal passato, incredibilmente nitidi, in posa o colti per caso dall’obbiettivo del fotografo, ci danno preziose informazioni.
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Potete leggere il testo integrale del saggio nel catalogo edito da Gangemi editore
Terrapieno

Metamorfosi di una città. Terrapieno, San Lucifero e il cantiere di restauro di San Saturnino

Francesca Gallus

Nei primi decenni del Novecento, ai piedi delle mura pisane che circondano il fronte est della collina su cui sorge il quartiere di Castello, venne edificata una schiera di graziose villette, con giardini anteriori cinti da cancellate in ferro battuto, secondo la moda borghese dell’epoca.
La costruzione di questo fronte di abitazioni fu preceduta da una serie di complesse modifiche, sia politiche che urbanistiche, che interessarono la città durante tutto il corso del XIX secolo, prime fra tutte nel 1866 la cancellazione della città dall’elenco delle piazzaforti del Regno d’Italia.
Qualche anno dopo, nel 1931, quando il Soprintendente ai monumenti, il professor Antonio Taramelli, iniziò i lavori di restauro della Basilica di San Saturnino, l’urbanizzazione della piana circostante era ancora agli albori, sebbene il Comune avesse già disegnato un nuovo assetto urbanistico della zona, ponendosi in questo modo fra i comuni più innovativi d’Italia.
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Potete leggere il testo integrale del saggio nel catalogo edito da Gangemi editore
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