Archivio fotografico storico
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e sud Sardegna
L’Archivio fotografico storico della Soprintendenza di Cagliari, oggi diviso nelle due sezioni del Patrimonio archeologico e del Patrimonio artistico e architettonico
ma originariamente unito, costituisce un patrimonio di inestimabile valore, non solo come fonte documentaria,
ma soprattutto perché esso è in buona parte inedito.
In questo sito, in continua implementazione, saranno progressivamente consultabili circa 7.000 lastre fotografiche in vetro, fragili immagini appunto,
che testimoniano l’attività di tutela della Soprintendenza dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Cinquanta del Novecento.
Le immagini, di proprietà del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, non sono scaricabili on line ma è possibile chiedere copia digitale dell’immagine per ragioni di studio o per l’eventuale pubblicazione direttamente alla Soprintendenza,
utilizzando l’apposito modulo.
Accette in bronzo, scavi Taramelli 1926
Mosaico, scavi Taramelli 1925
Capitello ionico, scavi Patroni 1901
Torre dell'Elefante, vista dal corso
Lato dell'ingresso, 1908
Esterno con absidi
San Cosma, pittore sardo del secolo XVI
Ritratto di principe sabaudo, Ignoto del secolo XIX
Ancona della Vergine (1501), particolare della predella con Santo (prima del restauro), Lorenzo Cavaro
Fianco sinistro
Prospetto
Veduta panoramica dal Colle di Bonaria
Base di colonna durante il restauro, 1931-1935
Vista d'insieme
Veduta
Progetto Cagliari Fragilimmagini
Il Progetto Cagliari Fragilimmagini, realizzato grazie al contributo di uno sponsor, è stato solo il primo tassello che ha ispirato il più ampio progetto
di recupero e valorizzazione dell’Archivio fotografico storico, tuttora in corso.
Il restauro delle lastre in vetro, la pubblicazione di un volume con contributi scientifici arricchiti da preziose immagini e, infine,
la creazione di questo sito, quasi una vetrina sulla Sardegna che non c’è più, sono stati il nostro modo per ricordare chi ha dedicato, e chi tuttora dedica,
la propria esistenza allo studio, alla ricerca, alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale.
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